lunedì, aprile 16, 2012

Intimità passata

E il respiro caldo lentamente esce dalla tua bocca come soffocante vento nel deserto.
I seni salgono e scendono in ritmica danza al suono del tuo cuore.
Come onde sul mare trasportano il tuo profumo che mi invita
e le mie labbra non cessano di cercarli come un cucciolo affamato cerca la madre

La pelle, lisca, calda, abbronzata, risplende alla fredda luce del neon incurante del freddo.
Ogni fremito, ogni minimo movimento rimane lento e sinuoso.
Come famelico e ipnotizzato i miei baci seguono il tuo profilo
lentamente, inesorabilmente sempre più giù, sempre più in fondo, a cercare una fine che non c'è.

La schiena incurvata, la pelle d'oca sulle tue gambe
quel gridolino sommesso che vale più di mille parole
le tue mani che premono sulla mia testa
quel vergognoso chiedere quando non sai che mi stai dando tanto.

Il mio cuore non ha un ritmo, le mie orecchie sentono ciò che non si deve, ciò che non serve
Lo sguardo è famelico e impaurito, insaziabile e insicuro, concentrato e disturbato
Poi la quiete, quando finalmente si è un tutt'uno
e dolcemente le tue mani tolgono il mondo intorno dalle mie orecchie

Finalmente il ritmo combacia, né tu, né io: solo noi
Voglio di più, anche quando non c'è di più
Dai ancor di più, quando penso che di più non può essere
Poi il momento, l'istante di estasi: quella frazione di momento che sembra durare all'infinito.

Ora il mare è calmo e lento, il tuo vento è tornato zefiro,
 ma le onde dei tuoi seni mi continuano a cullare
Se questo è morire annegati, lasciami lentamente morire qui
perché la salvezza è fredda, grigia e vuota senza te




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